Namaste Chakra Lover,
benvenuto al nuovo numero di Tutta Colpa dei Chakra.
Oggi pensavo alla quantità di energia che scorre dentro di noi e a come spesso, senza nemmeno accorgercene, finisce per prendere la strada più facile. Immersi in un mondo che ci stimola continuamente, la disperdiamo in scariche di dopamina con scroll infiniti, cibo consolatorio, festoni alcolici, incontri fugaci. E mentre rincorriamo questa gratificazione immediata, ci sfugge il tesoro più grande: la possibilità di usare quell'energia per evolvere.
C’è qualcosa di molto prezioso che ho imparato lungo il cammino dello Yoga: questa energia è la stessa energia creativa che alimenta le idee, quella che ci ispira, che ci fa sentire vivi e che ci collega agli aspetti divini della vita.
Oggi esploriamo il potente principio di Brahmacarya — ब्रह्मचर्य — ovvero l’arte di contenere e trasformare l’energia in slancio creativo e crescita spirituale.
✷ Iniziamo dalle basi: cos’è Brahmacarya
Questo termine sanscrito unisce Bráhma — ब्रह्म — la coscienza suprema, e Carya — चर्य — che significa pratica o condotta: letteralmente quindi vuol dire “condurre la propria vita secondo il principio della coscienza suprema”.
Brahmacarya non è negare il piacere o demonizzare la sessualità. È l’arte saggia di saper dirigere e usare in modo consapevole la nostra energia vitale, per non lasciarla disperdere in automatismi o dipendenze, ma direzionarla verso qualcosa di più elevato, più puro, più autentico.
✷ Da dove viene questa energia?
Finalmente parliamo di un chakra!
Svādhishthāna — स्वाधिष्ठान — il secondo chakra, è un piccolo oceano dentro di noi, un luogo fluido dove nascono desiderio, piacere ed emozioni. Significa “la dimora del Sé”, ed è proprio lì, sotto l’ombelico, che custodiamo un’enorme riserva energetica che pulsa, crea e si rigenera continuamente.
Questo chakra è dominato dall’elemento acqua, simbolo di fluidità, movimento, nutrimento e vita. È governato da una luna crescente, dolce e luminosa, che rappresenta la nostra capacità di fluire con le emozioni e accogliere il piacere senza attaccamento.
Nel suo yantra appare il Makara — creatura mitologica indiana, spesso metà pesce e metà coccodrillo veicolo di Ganga è il simbolo delle forze istintive e profonde, ci insegna che l’energia del desiderio non va repressa, ma contenuta, cavalcata e diretta, proprio come un saggio yogi cavalca il proprio Makara attraverso le acque interiori della trasformazione.
🔸 Ti attira il simbolismo del Makara? Ho preparato un piccolo viaggio nei suoi significati più sottili — solo per abbonati, lo trovi qui.
Il secondo dei nostri centri energetici, può facilmente perdere l’equilibrio, manifestando due facce opposte:
Eccesso → dipendenze, compulsioni, ansia, continua ricerca di stimoli (cibo, sostanze, sesso, social media…).
Carenza → apatia, blocchi creativi, insoddisfazione, incapacità di godere pienamente della vita, anedonia.
Con questa regola di condotta, non reprimiamo il piacere né lo lasciamo vagare senza controllo, ma lo riconosciamo e lo incanaliamo verso l’alto, verso il cuore Anāhata, trasformandolo in amore puro e connessione autentica; poi più su, verso Ājñā, il centro della saggezza intuitiva, fino all’apice della testa.
Quando l’energia di Svādhishthāna è equilibrata e ben direzionata, non perdiamo il piacere: anzi, lo viviamo con presenza e libertà, perché diventa una scelta consapevole e creativa, non un bisogno compulsivo.
✷ Tecniche di trasmutazione
Forse ti starai chiedendo: ok, tutto molto bello, ma in pratica come faccio a contenere e trasmutare questa energia che sento dentro di me?
Lo Yoga ci offre una via fatta di gesti consapevoli, respiro, suono, presenza.
La pratica è un invito a raccogliere ciò che in noi tende a disperdersi, a riconoscere quella forza che chiamiamo prāna, e a orientarla con intenzione.
Attraverso il movimento del corpo, le āsana, iniziamo a sciogliere le tensioni che bloccano il flusso dell’energia. Il respiro si fa più ampio, più sottile, e con esso impariamo a stabilizzarci, ad ascoltare i nostri ritmi interiori. La voce e il suono ci riportano alla vibrazione originaria con mantra e prānāyāma.
I sigilli energetici, bandha e mudrā, ci insegnano a contenere questa forza e a farla salire, a non lasciarla cadere nei soliti automatismi, per nutrire piani più sottili dell’essere. La meditazione infine, ci apre lo spazio per osservare, accogliere, integrare. L’impulso si trasforma in presenza.
Così, lo Yoga ci riporta a casa e ci insegna a contenere e direzionare l’energia.
▶ Per chi è abbonato a Sādhāna, qui sotto trovi la pratica di questa settimana
Se invece non sei ancora abbonato ma percepisci il richiamo di voler praticare insieme, puoi farlo con calma, quando sentirai che è il momento giusto
✷ Risorse per stimolare l’energia creativa
🎵 Shri Camel di Terry Riley
Un viaggio ipnotico tra minimalismo e stati meditativi. Composto al sintetizzatore in accordatura just intonation, è un ottimo per entrare in uno stato di presenza dilatata, tra onde cicliche e pura contemplazione sonora.
🎥 Samsara di Ron Fricke
Un documentario meditativo, senza parole, che attraversa mondi, riti, corpi e silenzi. Un’esperienza visiva e sensoriale che tocca il sacro e il profano, e ci invita a riflettere su come usiamo, o disperdiamo, la nostra energia.
📖 Il Sentiero – Swami Kriyananda
Un’ autobiografia intensa e ispirante di uno yogi occidentale che ha camminato accanto a Paramhansa Yogananda. Kriyananda racconta le sfide interiori, la disciplina, la gioia e il servizio come via. Un libro che illumina il significato più profondo di Brahmacarya: non rinuncia, ma direzione.
✷ Considerazioni interiori da fare
Dove senti che sta andando, in questo momento, la tua energia vitale?
C'è un'area della tua vita che desidera ricevere più creatività?
Come potresti incanalare la tua energia per entrare in contatto il Divino?
La prossima settimana esploreremo insieme l’ultimo degli Yama,
Con ♡
Kamalā