Namastè, esseri radiosi 🌸
Oggi si parla di Satya, che in sanscrito vuol dire verità.
Parliamo di una verità che si sente nella pancia e nel cuore, che pulsa come il respiro quando è calmo e profondo. La verità dell’essere autentici, vivi, interi.
Benvenuti nel secondo Yama, la seconda "regola d'oro" dello Yoga secondo Patañjali. Dopo Ahimsā, ecco a voi Satya: verità, trasparenta, non mentire.
✷ Ma quindi, cos’è sta Satya?
In sanscrito, la parola Satya — सत्य viene dalla radice √as — अस्, che significa essere, esistere. Da questa radice si forma sat — सत्, che indica ciò che è, l’essere, la realtà, l’esistenza nuda e cruda — quella che rimane anche quando ci voltiamo dall’altra parte. A questo si unisce il suffisso -ya — -य, che ha funzione aggettivale o di qualificazione.
Il risultato è Satya: l’essenza dell’essere, ciò che è vero, ciò che esiste autenticamente. Quindi, non è solo “non dire bugie”: è vivere in verità, essere fedeli a ciò che è reale, anche quando è scomodo, fragile, o in trasformazione.
Ecco qualche esempio di Satya in azione:
Dire “non lo so” senza vergogna
Smettere di annuire a tutti pur di non creare conflitti
Non ingigantire la verità per ottenere qualcosa
Quando smettiamo di creare scenari inesistenti nella nostra testa
Ascoltare il corpo quando dice “basta” (anche se la mente voleva strafare in Adho Mukha Vrksasana)
✷ Satya & Rta: sorelle cosmiche
Nel Rig Veda, Satya viene definita la sorella terrestre di Rta — ऋत: la verità cosmica, l’ordine invisibile che tiene in piedi l’universo. Tipo il Wi-Fi del Dharma per capirci.
Mentre Rta regola le orbite dei pianeti e la danza delle stagioni, Satya si occupa di ciò che diciamo e facciamo qui giù, con i piedi nudi sul tappetino o il corpo in mezzo al traffico.
Entrambe, dicono i Veda, nascono da Tapas — तपस्:
il fuoco della disciplina interiore, la scintilla che trasforma e purifica.
✷ Ma quante volte mentiamo?
Eh. Troppe.
E non parlo solo delle “bugie bianche” tipo “che bello quel taglio di capelli” (anche se dentro pensiamo “sembrava meglio prima”).
Mentiamo quando parliamo di ciò che non sappiamo.
Quando fingiamo di sapere tutto.
Quando giudichiamo a occhi chiusi.
Quando ci raccontiamo storie per non sentire certe emozioni.
E poi ci sono le menzogne spirituali, tipo:
“Io ho superato l’ego” (spoiler: no)
“Tutti siamo uno” (ma intanto evitiamo quel collega che ci urta il prāna)
“Io vivo nel presente” (mentre pianifichiamo i post per la settimana)
✷ Chi dice la verità?
Nel testo che sto studiando in questi giorni, si fa notare che i saggi parlano solo di ciò che vedono con chiarezza. Non partecipano ai dibattiti su Dio, sull’anima o sulla trinità. Dicono: questo ho visto. Questo è.
E poi… Tacciono.
(Ma noi, che ancora stiamo capendo come non perderci nei meandri di noi stessi, possiamo chiacchierarne un po’ insieme.)
Cristo, il Buddha, Ramana Maharshi… Non facevano pipponi teologici. Erano la loro verità. La incarnavano.
E noi?
Noi possiamo iniziare da qui: essere sinceri prima di tutto con noi stessi.
✷ Pratica della settimana: Verità gentile
Ecco qualche spunto yogico-pratico, da provare senza bisogno di incenso (ma se vuoi, accendilo pure).
1. Fai pace con il “non lo so”
Rinuncia per una giornata a dover sapere tutto, avere un’opinione, avere ragione. Goditi il silenzio che si apre.
2. Chiediti: sto mentendo a me stessa/o?
Nei pensieri, nei gesti, in quello che pubblichi. Nessun giudizio. Solo osservazione che porta questo aspetto alla coscienza.
3. Fai questa pratica di yoga
La lezione registrata di questa settimana, la trovi qui, 60 minuti di Satya:
Sādhāna #2 – Satya: La Verità
✷ La pratica è adatta a tutti i livelli, anche a chi è nuovo… Purché pronto a essere sincero!
✷ Satya non è dire tutto. È dire l’essenziale.
Satya non è brutalità. Non è sarcasmo travestito da sincerità. Non è oversharing. È quella verità che fa respirare di più, che porta luce dove c’era nebbia, che ci rende più umani, non più perfetti.
Nei testi yogici si dice: se la verità fa male, meglio tacere. La lingua e il cuore devono camminare insieme — è lì che Satya incontra Ahimsa.
C'è un momento per dire, e un momento per ascoltare. E non ogni verità serve a essere detta: solo quella che nasce dal cuore allineato e non dall’impulso di ferire.
Come scrisse Rudolf Steiner:
“La parola ha valore solo se il cuore la sostiene.”
E se ti chiedi cos’è Satya per te, ascolta quella vocina dentro, oltre l’ego.
✷ Cose vere che ho amato questo mese
📖 Libro-verità
"Solo una noche" di Andrea Antinori
Un libro illustrato che sembra per bambini, ma parla a chiunque abbia il coraggio di restare nel buio senza scappare. In Solo una noche, Antinori ci accompagna in una notte intera, quella in cui si spengono le luci fuori e si accendono quelle dentro. Con ironia, silenzi e un tratto essenziale, ci ricorda che la verità non ha bisogno di fare rumore — basta fermarsi ad ascoltarla.
🎧 Musica-sincera
"Can you see me?" – MARO
Mariana Brito da Cruz Forjaz Secca è una cantautrice portoghese che scrive canzoni come se stesse parlando con te sottovoce. Nel suo album “Can You See Me?” mescola acustica, soul, elettronica, con testi che sembrano pagine di un diario cantate a occhi chiusi. Un disco per ritrovarti senza fingere.
✨ Gesto-vero
Come ti ho raccontato qui, ho deciso di non mentire nel mio curriculum. Né gonfiare esperienze, né camuffare vuoti. Perché ogni salto, ogni deviazione, ogni “non so” fa parte del mio percorso. E raccontarmi per come sono davvero è già un atto di fiducia. Verso me stessa e verso chi leggerà. Satya, anche qui: non rinnego chi sono. Mi presento così, imperfetta, ma intera.
Hai anche tu una cosa vera da raccontare?
Tipo quella consapevolezza che ti è arrivata mentre stendevi i panni o guardavi il soffitto? E se fai la pratica, dimmi com’è andata; anche solo un “non so cosa sia successo ma ho pianto a caso”, ti leggo.
Alla prossima,
con ♡ vero
Kamalā